di Emilia Longheu, cofondatrice de la Casa per le Arti
Quando Zaira Fusco invitò Walter Zuccarini a partecipare con un intervento artistico ai tre giorni della festa de I Luoghi dell’Anima, Walter accettò con il solito entusiasmo.
Quel “tre” risuonava nella sua anima come un segno: era arrivato il momento di realizzare un trittico che avesse continuità con l’installazione L’Uomo Nuovo presentata in occasione della festa dell’anno precedente.

Magia dei numeri! Si dice che il tre sia il numero perfetto perché è un numero armonico che risolve il conflitto dualistico. Infatti, mentre il due è separazione, il tre è riunificazione, ricostituisce cioè l’unità su un piano altro: così, due punti separati nello spazio si riuniscono in un terzo punto situato più in alto a formare la figura geometrica del triangolo che quando è equilatero è il simbolo della perfezione divina.

Noi umani, ci insegna la scienza dello spirito, siamo di duplice natura: terrena, sottoposta alla legge del dualismo e divina. Pertanto, in quanto creature divine, siamo triarticolati: nella nostra struttura fisica (capo, torace, membra), nella fisiologia ( sistemi neurosensoriale, ritmico e del ricambio), nella nostra anima e nelle sue tre facoltà (pensare, sentire e volere), ma anche nella struttura di base della lingua che parliamo (soggetto, predicato e complemento), nella vita sociale organizzata (sfere economica, giuridica e culturale) e in ogni nostra attività creativa.

Quando vogliamo essere creativi e cerchiamo l’ispirazione, dobbiamo “lavorare con il tre” in modo da portare la dimensione spirituale nel dualismo quotidiano, cioè l’eterno nel perenne mutare delle cose terrene. Questa è l’Arte, alchimia del quotidiano.

Ciò significa invertire la direzione che la coscienza umana prese dopo il Concilio di Costantinopoli dell’869 d. C. quando la scelta del potere religioso determinò una svolta epocale per la coscienza umana. In quel Concilio, la Chiesa cattolica decretò ufficialmente la negazione della parte spirituale dell’uomo e quindi della sua costituzione triarticolata in corpo anima e spirito. Fu sancito invece il principio per cui l’essere umano era costituito da corpo e anima. Il tre fu ridotto al due. Le conseguenze furono enormi perché di fatto fu negata la presenza del mondo spirituale e delle sue leggi nell’uomo e conseguentemente la possibilità dell’evoluzione spirituale e della libera autodeterminazione. Infine la negazione della reincarnazione e del karma aprì la strada al materialismo culturale e religioso.
Le estreme conseguenze di questa epoca di cultura, dopo più di un millennio, sono davanti ai nostri occhi.

Oggi il bisogno sempre più diffuso di dare un contenuto spirituale alle nostre esistenze ci chiama a trasformare il due in tre sempre più coscientemente, avendo ben chiaro che ogni creazione deve attivare il “tre” in noi, il nostro sé divino: il pensare che progetta, il sentire che esprime un desiderio di bellezza o di giustizia o di verità e infine il volere che si traduce in azione pratica, che incide concretamente la realtà sensibile.

Quando realizziamo la sinergia fra queste nostre tre facoltà dell’anima, otteniamo armonia, efficacia, successo.

La festa de I Luoghi dell’Anima al Parco Kidland è nata dall’impegno di tante persone che hanno realizzato in sé questa armonia e impiegato la forza spirituale canalizzata per un obiettivo comune.

Inoltre la festa stessa, in quanto creazione umana, proprio come un organismo vivente, è stata strutturata in modo triarticolato sia nella durata dei tre giorni che nei contenuti, con i numerosi incontri con autori, ricercatori, divulgatori (il pensare), counselors e psicoterapeuti (il sentire), e artisti (il volere).
Questa struttura triarticolata della festa è stata rappresentata dal Trittico dell’Anima, installazione in legno ideata da Walter Zuccarini, condivisa con gli amici e i collaboratori de La Casa per le Arti e quindi realizzata con tecnica a traforo durante l’arco dei tre giorni in un workshop en plein air nel parco.

Il primo giorno è stato realizzato il pannello L’Angelo della Gravità, immagine dell’incarnazione di un’anima, di un’idea; il secondo giorno il pannello centrale dell’Uomo Nuovo raffigurante il viaggio terreno dell’anima senziente che diventa cosciente e apre il cuore alla bellezza e all’amore; il terzo giorno, l’ultimo pannello, L’Angelo della Levità che rappresenta l’escarnazione, il completamento di un ciclo, la spiritualizzazione della materia che torna nell’armonia cosmica.

L’opera realizzata secondo un progetto studiato nei minimi dettagli, dopo tre giorni, ha iniziato a vivere, quasi a “respirare” attivando nei presenti processi di immaginazione e ispirazione e ha dato vita a una performance estemporanea intuita e sollecitata da Francesco Mazza che con il suo obiettivo fotografico ha coinvolto le persone a sperimentare il campo energetico del Trittico e l’effetto sull’anima che, quando abita il presente, libera dalle inibizioni, dalle paure e dai condizionamenti, riesce anche a vivere il coraggio del perdersi nello sguardo dell’altro.

Come fanno i bambini.