Riportiamo per intero la trascrizione in italiano del video messaggio di Jane Goodall, accludendo una breve nota biografica.

Trascrizione e traduzione a cura di Marco Passerini  (cu_i comunicazione umanistica integrata).

Voglio condividere il mio shock e la tristezza nel vedere la diffusione del covid19 coronavirus in tutto il mondo.

Questa pandemia sta affliggendo  persone in tutto il pianeta.

Penso ai malati, alle loro famiglie e amici, ai dottori e ai professionisti della salute che stanno lavorando rischiando personalmente per prendersi cura delle persone, agli scienziati di tutto il mondo che stanno lavorando disperatamente per trovare un vaccino e una cura,  a quelli perdono il lavoro con l’aggravarsi della crisi finanziaria , agli effetti di questa pandemia su così tante aziende specialmente nel settore dei trasporti e del turismo… la scala su cui sta succedendo tutto questo è terrificante.

Ora li modo migliore per rallentare la diffusione del virus è di applicare quello che viene definito distanziamento sociale, lo sto facendo, ho scelto di seguire il consiglio del mio dottore e degli amici e resterò in casa a Londra, gli eventi programmati del mio tour in Nord America vengono cancellati.

È frustrante ma devo restare in salute, ho così tante cose da fare prima di morire.

Inoltre questo distanziamento sociale è un modo di proteggere non solo noi stessi ma anche gli altri: magari ti senti bene ma potresti essere infetto senza mostrane i sintomi ed infettare gli altri, specialmente quelli che sono più vulnerabili.

Se ne hai la possibilità unisciti a me nel restare lontano dai luoghi pubblici , cerca di non avvicinarti agli altri, e anche se incontri un amico non stringergli la mano, accontentanti di un colpetto con il gomito, e non dimenticare di lavarti le mani

C’è una nota positiva in questo panorama cupo.

Questa pandemia ha riaperto la discussione sui rischi della caccia, del traffico e del consumo alimentare di animali selvatici.

Il covid 19 è uno di quei virus che hanno attraversato la barriera delle specie, passando dagli animali agli umani.

Alcune evidenze suggerirono che l’ospite in questo caso fosse un pipistrello o forse un pangolino messo in vendita in un “web market”  nella città di Wuhan in Cina, dove gli animali vivi sono venduti come cibo.

La pandemia Sars ebbe origine sempre in un wet market in Guangdong, probabilmente da una civetta della palme, la terribile pandemia dell’hiv/aids è venuta da virus che sono passati dalle scimmie e dagli scimpanzé venduti come cibo in Africa centrale,

Gli scimpanzé e gli umani sono strettamente correlati, condividiamo il 98,6% del nostro DNA,  e quindi evitare il contatto con loro protegge

loro dalle malattie infettive umane, così come protegge noi dalle loro:  dobbiamo agire non solo per proteggere noi stessi, ma anche le grani scimmie e le altre specie.

Fortunatamente, il governo cinese ha reagito prontamente, e ha messo al bando il traffico, l’allevamento e la vendita di animali selvatici come cibo in Cina.

Dobbiamo augurarci che questo divieto sia permanente e che e che in seguito includa animali usati in Cina per altri scopi. specialmente per la medicina tradizionale.

Questo costituirebbe un esempio per gli altri paesi in cui gli animali selvatici sono sfruttati per il cibo, la ricerca, la medicina, per le loro pelli o come trofei per quanto riguarda gli animali che vengono cacciati, come i rinoceronti per il loro corni,  gli elefanti per l’avorio, e altri animali per le teste imbalsamate e appese al muro… in altre parole per tutti i paesi del mondo, e questo quanto meno eliminerebbe una causa di una futura pandemia.

In tempi come questi, noi vediamo il peggio e il meglio della natura umana. Da quando il coronavirus ha iniziato a diffondersi nel mondo, ci sono notizie di centinaia di crimini d’odio contro i cinesi e gli asiatici, ci sono notizie di persone che hanno rubato maschere e disinfettanti per le mani dagli ospedali.

Ma ci sono molte più storie di persone che hanno avuto cura dei malati, donando delle mascherine dove ce n’era bisogno, assicurandosi che tra i loro vicini di casa ci fosse cibo a sufficienza, raggiungendo, senza toccarli, chi è stato discriminato.

Tante persone durante quei giorni oscuri stanno mostrando il meglio delle qualità umane: la compassione e l’altruismo,

Usiamo tutti i doni delle nostre vite per rendere questo mondo un posto migliore, specialmente in questo momento.

Insieme noi attraverseremo questo tempo così difficile, impareremo che cosa è importante davvero nella vita: la famiglia, l’amicizia, l’amore e, soprattutto, la nostra salute.

Grazie


Nota biografica (fonte: www.janegoodall.it)

Era il 1960 quando Jane Goodall, all’età di 26 anni, arrivò dall’Inghilterra in quello che è ora conosciuto come Parco Nazionale di Gombe Stream, in Tanzania, e si avventurò mondo quasi sconosciuto degli scimpanzé selvatici iniziando la sua pionieristica ricerca.

Affascinata dalla fauna selvatica ma con poco più di un taccuino e un binocolo, Jane Goodall entrò in un campo sconosciuto, presentando al mondo uno straordinario spaccato sugli esseri viventi più prossimi al genere umano, gli scimpanzé. Fu lei che, con le sue importanti scoperte scientifiche, mostrò che questi animali manifestano comportamenti ritenuti fino ad allora esclusiva caratteristica dell’uomo:uno scimpanzé può ragionare e risolvere semplici problemi, costruire e usare utensili, prova emozioni simili alle nostre, ha una complessa vita affettiva con gli altri membri del gruppo e possiede un certo grado di autocoscienza.

In più di 50 anni di lavoro pionieristico, la Dr. Jane non solo ha dimostrato la necessità urgente di proteggere gli scimpanzé dall’estinzione, ma ha anche ridefinito la necessità di includere le esigenze della popolazione locale e l’ambiente nei programmi di conservazione delle specie animali.

Nel 1977, Jane fonda il Jane Goodall Institute, che continua a sostenere le ricerche a Gombe. In continua crescita in tutto il mondo l’Istituto si dedica alla conservazione degli scimpanzé e del loro ambiente naturale; alla denuncia delle deplorevoli condizioni nelle quali spesso si trovano gli scimpanzé in cattività; all’educazione ambientale e interculturale; al miglioramento della qualità della vita delle popolazioni locali, ritenendo che non sia possibile proteggere gli scimpanzé senza tenere conto delle esigenze di sviluppo di coloro che condividono lo stesso ambiente.

Nel 1991, dopo un incontro con un gruppo di studenti tanzaniani per discutere i problemi della comunità, Jane crea Roots&Shoots, Radici & Germogli, un programma dedicato ai giovani per sostenerli nella loro azione per l’integrazione uomo-animale-ambiente, all’interno delle loro comunità. Da allora, i gruppi Roots&Shoots si sono moltiplicati più volte e ora sono presenti in quasi 100 paesi in tutto il mondo: ovunque ci sia un gruppo, quei giovani portano avanti e realizzano importanti cambiamenti a beneficio delle persone, degli animali e dell’ambiente.

Oggi Jane continua il suo lavoro viaggiando per il mondo, parlando delle minacce che gravano sugli scimpanzé, delle crisi ambientali e della sua speranza nella possibilità di trovare soluzioni ai problemi che abbiamo imposto alla terra, sollecitando ciascuno di noi ad agire, a nome di tutti gli esseri viventi e del pianeta che condividiamo.