Per noi l’incontro è fondamentale, perché da scambio, apertura e curiosità, cogliamo stimoli che quasi sempre si trasformano in veri e propri output comunicativi, che sorprendono i nostri interlocutori e danno risultati, inoltre ci fanno sentire bene perché rappresentano la possibilità di esteriorizzare, comprendere, eliminare il superfluo, nella vita come nei supporti che creiamo.

In questi lunghi mesi del 2020, che iniziava promettente quanto a nuovi incarichi lavorativi e nuove strade da percorrere, diverse delle quali si sono interrotte per cause di forza maggiore, non abbiamo smesso di ricercare per aprire prospettive di lavoro a cui abbiamo creduto fermamente e che in realtà poggiano le loro radici in precedenti lavorativi che risalgono a due o tre anni fa. I punti di vista si sono allargati, abbiamo imparato a cambiare velocemente prospettiva e a mettere in conto di dover riprogrammare sempre più velocemente. Questo impegno comporta la difficoltà di chiedere ai nostri committenti o interlocutori di cambiare prospettiva velocemente tutti insieme e di trovare un modo di sincronizzare intenti e azioni in modo sempre più costruttivo e sinergico. Nulla di scontato.

Lavorare con contenuti immateriali, prima, durante e dopo la “pandemia”, in fondo, mantiene sempre quel livello di impegno, costanza, disciplina, che non è visibile, ma che è il catalizzatore necessario per mettere in atto processi che non si vedono, finché il risultato non sia manifesto. Quindi, l’assioma ‘a rimetterci è sempre la cultura’, lo conosciamo bene, e nella nostra società, quella in cui abbiamo sempre vissuto e da cui stiamo scrivendo, è stata purtroppo sempre una condizione aprioristica. É molto più semplice e immediato lavorare in altri ambiti dove il contenuto e la forma sono sempre e comunque manifesti. In ambito culturale, molto di cui non si vede, è fatto di Relazione Umana, di lucidità e perseveranza, di Ricerca e di Investimenti: un pacchetto che decanta e prende forma nell’attesa di ripagare costi anticipati e sostenuti. Non vogliamo dire che la cultura non generi economia, la genera e come!.. ma in un sistema che la riconosce come bene primario, bene di cui non privarsi proprio nei momenti di necessità. Se così fosse, la Ricchezza sarebbe equamente distribuita.

Ebbene, in questo momento in cui, ancora una volta, la cultura è stata lasciata indietro, e gli stessi operatori culturali sono chiamati a ideare e a reinventare delle modalità che poi, fanno comodo anche a chi di cultura non si occupa, siamo riusciti a concretizzare una parte di quelle ricerche, scambi e dialoghi che hanno caratterizzato questi ultimi mesi e anni. Quindi da cu_i nasce una nuova formazione, allargata, che mette insieme clienti e professionisti che abbiamo incontrato in questi ultimi anni e che vedrà coinvolti nei futuri progetti… noi non ci fermiamo, e il 2021 inizierà all’insegna di novità che saremo felici di annunciarvi.

In attesa del fiorire del nuovo anno, vi auguriamo momenti di serenità, lontani dai media e da tutte quelle notizie e da quel modo poco rispettoso di comunicare che non ci vogliono forti e orgogliosi del vivere una vita Umana; momenti in cui dedicarci a sbarazzarci di tutto ciò non ci fa bene, in cui iniziare a riguardare i nostri spazi con quegli occhi che semplificano per gustare a pieno il sapore della Vita.